Saul Bass, Milton Glaser e Roman Cieslewicz sono tre designer che hanno ricoperto un ruolo predominante nella loro epoca, tanto da influenzare l’approccio comunicativo contemporaneo.
Saul Bass, il designer che ha rivoluzionato i titoli di testa
Saul Bass (New York, 1920-1996) è stato un famoso designer e pubblicitario. E’ piuttosto noto poiché ha avuto il merito di elevare a forma d’arte le sequenze dei titoli di testa dei film, tanto che, ancora oggi, il suo approccio fa scuola a molti graphic designer.
Da L’uomo dal braccio d’oro di Otto Preminger a Quando la moglie è in vacanza di Psyco di Alfred Hitchcock fino a Spartacus di Stanley Kubrick solo per citarne alcuni: il designer era in grado di sintetizzare concetti anche piuttosto complessi e rendere straordinario l’ordinario, rivoluzionando totalmente la parte di pellicola che, fino a quel momento era ritenuta pressoché inutile.
Milton Glaser, l’ideatore di “I love New York”
Milton Glaser (New York, 1929) è un noto designer contemporaneo.
Reso celebre principalmente dal logo “I love New York”, commissionatogli dal Department of Commerce newyorkese che necessitava di un simbolo che potesse rilanciare la città, Glaser sostituì il termine “love” con un emoticon a forma di cuore.
La proposta ebbe un tale successo che, ancora oggi, il logo è utilizzato per promuovere le maggiori metropoli del mondo.
Tra le altre opere si ricordano il poster di Bob Dylan, divenuto un’icona per i giovani degli anni Sessanta e Settanta e il logo DC Bullet impiegato dalla DC Comics fino al 2005.
Nel 1968 fondò con Clay Felker il New York Magazine, rivista settimanale culturale, politica e di stile ancora in stampa.
Roman Cieslewicz, il designer che ha scardinato il rigore tipografico
Roman Cieslewicz (Leopoli, 1930-1996), è stato un designer polacco, noto a livello internazionale per l’approccio artistico ed eclettico. Le opere vanno da immagini di antichi quadri a scatti di fotografia contemporanea spaziando nella tecnica del collage e del fotomontaggio.
Utilizzando un linguaggio semplice ma mai banale, inquietante e incisivo, è riuscito a mettere in discussione il rigore tipografico dell’epoca in cui è vissuto.
Tra le opere si ricordano numerosi manifesti, come Persefone, Manru o Edipo, realizzati per l’Opera di Varsavia, le copertine per note riviste come Elle o per case editrici, ad esempio Waif.